Siamo abituati a pensare che per aggiungere nuove funzioni ad un dispositivo tecnologico, sia necessario inserire nuovi pulsanti, o aumentarne le dimensioni salvo miniaturizzazioni interne.
Molti designer, in fase di progettazione, non la pensano così. Sono scelte coraggiose, ma se l’usabilità ci guadagna e l’utente è soddisfatto, saranno scelte vincenti.
Nella sezione progetti della Apple, ad esempio, Jonathan Ive, responsabile del Design sin dal primo Macintosh, oltre ad aver ottimizzato per anni la struttura dei computer desktop e dei laptop, propone un’innovazione a proposito dell’oggetto più importante per un utente finale: IL MOUSE.
Dal buon vecchio Apple Mouse al Mighty Mouse le novità sono molte:
- wireless opzionale,
- tasto destro,
- scroll sopra-sotto, destra-sinistra, tasto centrale,
- pulsanti laterali configurabili come unico comando.
Il tasto destro non è palese, è sufficiente cliccare a destra per sortire l’effetto, così come per quello centrale, lo scroll è una pallina in gomma rigida che molti (me compreso) accusano essere troppo fragile, i pulsanti laterali sono ricavati da una caratteristica ergonomica dell’Apple Mouse, e anche qui la scelta è discutibile.
Nel passaggio al Magic Mouse, invece, sono stati rimossi tutti i comandi fisici per lasciar spazio alle funzioni touch. Le linee sono essenziali e lo scroll risulta immediato e decisamente più agile, i pulsanti laterali non esistono più, forse erano inutili; dunque, saper aggiungere funzioni togliendo parti. L’ultima evoluzione del punta e clicca è un track pad che rende possibile su un desktop, tutte le gestures di un computer portatile. È davvero questo il futuro?